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Monticello Amiata è una frazione del comune di Cinigiano (GR), situata all'estremità orientale del territorio comunale.
L'abitato si trova lungo la strada che conduce verso il Monte Amiata, alle porte della Riserva naturale Poggio all'Olmo. Geograficamente, si trova in un'area di alta collina che segna il definitivo passaggio dalla Valle dell'Ombrone al massiccio del Monte Amiata. Il centro è delimitato dalle Mura che si sono conservate in larga parte, con due torri e due porte di accesso all'area occupata dall'antico castello aldobrandesco.
Il centro sorse intorno all'anno mille come castello di proprietà dell'Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, divenendo ben presto feudo dei signori di Tintinnano presso Castiglione d'Orcia. Inizialmente la località era chiamata Montepinzutolo.
In seguito, l'intera zona passò nelle mani della famiglia Aldobrandeschi e, verso la metà del Duecento, ottenne il riconoscimento di libero Comune.
Agli inizi del Trecento passò sotto il controllo di Siena, rimanendovi fino alla metà del Cinquecento quando, a seguito della definitiva caduta della Repubblica senese, entrò a far parte del Granducato di Toscana.
Nel paese sono degne di nota la Chiesa di San Michele Arcangelo che custodisce al suo interno dipinti cinquecenteschi e l'Oratorio della Compagnia di San Sebastiano (anch'esso cinquecentesco) che conserva una statua lignea del santo.
Tuttavia, Monticello Amiata è noto soprattutto per il suo museo etnografico, denominato Casa museo di Monticello Amiata, facente parte della "Rete museale della Maremma" (Monte Amiata), con oggetti e arredamenti di uso domestico che illustrano la vita nel territorio verso la fine dell'Ottocento.

l'Oratorio della Compagnia di San Sebastiano







L'oratorio della compagnia di San Sebastiano è documentato dalla seconda metà del Cinquecento ed è stato adibito ad usi diversi in seguito alle soppressioni delle compagnie laicali del 1778.

La chiesetta, alterata nelle dimensioni dopo il restauro degli anni sessanta del Novecento, è adornata da un altare della prima metà del Seicento con una pala di Domenico Manetti raffigurante la Madonna col Bambino in gloria con San Nicola da Tolentino e Sant'Agostino, databile intorno al 1650.

Al patrimonio dell'oratorio appartiene inoltre un'opera di grande rilievo formale: la statua lignea policromata di San Sebastiano assegnabile ad uno scultore di fine Quattrocento.